Angelo Petrozzi nasce a Roma, al Casaletto, il 30-01-1915. Da bambino impara a suonare la tromba e all’età di otto anni entra a far parte della banda musicale del Casaletto, ma nel tempo si dedicherà anche allo studio della fisarmonica, armonica a bocca e chitarra.
Negli anni a seguire disegnava e dipingeva, ma bisognava anche lavorare, fece diversi lavori, lavorò come autista presso una ferramenta nel centro di Roma. Alla fine degli anni ’30 andò in Germania a lavorare alla BMW, ci rimase alcuni anni, con l’imminente guerra ormai alle porte, dovette fare ritorno in Italia. Ad Angelino piaceva ballare e spesso si recava nelle sale da ballo. Un pomeriggio in un locale incontra Ofelia, anche lei lì per ballare e fu così che si conobbero. Qualche tempo dopo si sposarono e dalla loro unione nacque Alfredo.

Nel 1947 trovò lavoro in una grande ditta di costruzioni, e per questo nel 1949 si dovette trasferire insieme con la famiglia a Ortona ove vi restò per circa 2 anni. Ma presto, la ditta per cui lavorava, si trasferì in Sicilia. Petrozzi rinunciò al trasferimento, lasciò il lavoro e tornò con la famiglia a Roma, dove iniziò a lavorare in una ditta artigiana che produceva oggetti in gesso, come cornici, sculture, oggetti sacri e altro.
Contemporaneamente a questo lavoro, iniziò a dipingere piccoli quadri, e di domenica andava a venderli al mercato di Porta Portese, i dipinti lì vendeva sempre, non tornava mai a casa con i quadri invenduti. Compravano i suoi quadri anche parenti, amici e conoscenti.

Preso dalla curiosità e dal mondo dell’arte, nei primi anni cinquanta iniziò a frequentare Via Margutta sede di tanti artisti conosciuti e non. Poco tempo dopo aprì una galleria a via Alibert (adiacente a via Margutta) che chiamò “Studio Arte Margutta”. Lì dipingeva e vendeva i suoi quadri, molti acquistati da commercianti che avevano contatti con l’estero in special modo con gli Stati Uniti (ed il Texas in particolare) dove spedì per diversi anni molti quadri. Sue opere vennero esposte in gallerie a New York, Dallas, Chicago, (per citarne alcune).
Anche il mercato europeo ebbe la sua importanza e un numero considerevole di tele venivano richieste dall’Inghilterra, Germania, Francia, Olanda.

Nella sua piccola galleria Angelino, oltre che a dipingere e vendere opere di altri pittori, organizzava mostre personali di altri artisti. Si dilettava anche in restauri, restaurò dei dipinti su tavole in legno per il Ministro Pella, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri, che poi in futuro gli acquistò dei dipinti. Tra le altre cose, il Petrozzi, fece anche degli affreschi, ma solo di uno si è potuto avere una documentazione fotografica.

Nel 1956 Angelo acquistò un’automobile Fiat 600 e con essa e la sua famiglia nel periodo estivo faceva lunghi viaggi in Francia, Germania, Austria, Spagna, Svizzera. Viaggi dai quali prendeva spunto per le future tele, ma non solo: quando era ispirato da paesaggi e soggetti, se ce ne erano le condizioni, si fermava e dipingeva sul posto, oppure faceva degli schizzi a matita per poi usarli una volta tornato a Roma.

In quegli anni il lavoro andava per il verso giusto e la piccola galleria divenne troppo“ stretta”, così decise di spostarsi in un ambiente più grande, sempre in via Alibert, ove iniziò ad organizzare mostre dei suoi dipinti e di altri Artisti. Poco tempo dopo prese in affitto uno studio in Via Del Babuino dove poteva dipingere indisturbato e concentrato, mentre Ofelia, la moglie, era in Galleria.
A metà degli anni ’60 frequentava Ladispoli, dove nel periodo estivo, adiacente la piazza centrale, organizzò con altri Pittori mostre dei dipinti suoi e di altri Artisti. La piccola galleria venne chiamata affettuosamente la “Marguttina”.

Nel 1969 / 70 un Gallerista di Palermo proprietario della “Galleria Donatello”, gli organizzò delle mostre che andarono molto bene, tanto che il Petrozzi diede al Gallerista e commerciante d’arte l’esclusiva per la vendita delle sue opere per tutta la Sicilia. Per tale motivo andò a vivere a Palermo e vi restò per circa due anni. La Sicilia, per il Pittore, rappresentò una fonte inesauribile per l’ispirazione che quei luoghi davano all’artista: paesaggi, marine e Paesini vari.
Nel 1972 tornò a Roma ma presto lasciò lo studio che aveva in via del Babuino e la galleria di via Alibert, per poi trasferirsi a Ladispoli, dove comperò un terreno e vi costruì una piccola “casa studio”. Continuò a dipingere e ad organizzare mostre alla Marguttina, che nel frattempo si spostò in una più grande e la chiamò “Studio Margutta”.

Angelino si trovò bene a Ladispoli, si sentiva a suo agio, nel suo modo di essere, semplice, ma pieno di risorse, di inventive, e lì trovò molti amici. La sua casa-studio divenne presto un punto di riferimento per tanti artisti ed amici, ormai era un continuo andirivieni di persone che andavano a trovarlo semplicemente per passare insieme una serata a mangiare qualcosa e magari una suonatina dopo cena con armonica o chitarra. Senz’altro lì, in quell’angolo, aveva trovato la sua giusta dimensione, al di fuori della metropoli.
A Ladispoli scoprì di possedere un potere, quello di Rabdomante “cercatore di acqua” e così insieme al carissimo amico Luigi, detto il “pozzarolo”, in quanto per lavoro trivellava terreni per farne pozzi, andavano insieme a cercare acqua a chi gliene faceva richiesta. Così, Angelino, munito di un rametto di ulivo e un pendolo (strumenti essenziali per trovare acqua), andava su terreni alla ricerca di falde o vene del prezioso liquido, ed era sempre un successo, non sbagliava mai.

Trascorse i suoi ultimi dieci anni circondato da amici e altri Artisti vivendo in semplice modo in quella sua casetta circondata da nessuno, ma solo da tranquillità e semplici amicizie al di fuori dei caos delle Città.
Continuò a dipingere per puro piacere, e solo quando ne aveva desiderio, senza esserne più condizionato da richieste o eventi, ma di tanto in tanto, quando amici o parenti gli chiedevano un quadro, non esitava a mettersi di fronte alla tela e tirava giù un paesaggio o una nevicata, per poi donarla a chi gliene aveva fatto richiesta, perché Angelino era così: un generoso e chi lo ha conosciuto lo ricorda bene.
Nel 1981 Angelo fu colpito da una malattia che lo rendeva debole e per questo dipingeva sempre meno, i suoi dipinti erano sempre più rari.Venne a mancare il 13 giugno 1982