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LA DIMENSIONE MAFIOSA

Il “pizzino” nel “villaggio globale” non è una contraddizione, anzi, diventa il modello operativo e riservato della gestione degli affari che vanno oltre il territorio nazionale.
In una fase come quella attuale, di riduzione delle risorse e di crisi produttiva, i detentori di capitali mafiosi possono approfittare della mancanza di regole per occupare nuove posizioni sui mercati, non al fine di produrre beni o servizi, ma per espandere ulteriormente il loro potere politico-criminale saccheggiando le risorse ed eliminando gli imprenditori onesti.
Attraverso la degenerazione del sistema economico può essere messo in crisi l’intero sistema democratico.
La mafia ha avuto e continua ad avere progetti politici. Chi è in grado di accumulare ogni anno cifre superiori a quelle della gran parte delle imprese legali, chi controlla parti rilevanti del territorio nazionale e della spesa pubblica non può non agire per ottenere la connivenza delle Istituzioni.
Il ruolo della mafia, con i suoi uomini e i suoi metodi, è un concreto pericolo, se la democrazia non riesce ad elaborare rapidamente i propri anticorpi.
Ecco, allora che, in tale contesto, il “pizzino” veicola l’essenza stessa dell’agire mafiosa, la vera dimensione.

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Autore

  • Antonio Picci

    Antonio Picci avvocato con specializzazione in Diritto Penale e Criminologia. Ufficiale in congedo. Coordinatore scientifico nel Master II livello “Teorie e metodi nell’investigazione criminale” presso “Sapienza” Università di Roma. Docente di discipline penalistiche e criminologiche presso Istituti di formazione delle Forze di polizia e autore di saggi su criminalità mafiosa, narco-traffico e terrorismo.

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