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E SE IL DOPO FOSSE COSI’?

Chi non si è chiesto almeno una volta cosa ci aspetta Dopo che avremo lasciato questa Terra? Non possiamo accettare di essere stati creati per fare una lunga o breve incursione sul nostro pianeta e Dopo… non c’è più niente. Nella Cirinnà affronta questo affascinante argomento e, come sempre, sa essere intrigante e coinvolgente. Si “ascoltano” i dialoghi, si “vedono” i luoghi in cui si svolgono le azioni: e nel suo affabulare, l’autrice si presenta con una raffinata semplicità in cui le parole usate sono state ben scelte tra le numerosissime di cui la nostra bella lingua italiana può sempre fare sfoggio. Scelta mirata a fare scattare subito l’empatia tra lo scrittore e il lettore. E il suo linguaggio che definisco “semplice” altro non è che il frutto di una ricerca linguistica sostenuta da un bagaglio culturale ricchissimo e capace di spaziare in molte forme dell’Arte. In questo suo nuovo libro, riesce con grande bravura a privilegiare “il parlare” allo “scrivere”: e proprio questa sua particolarissima scrittura, rende godibili i dialoghi e i commenti e le necessarie descrizioni che sono la parte affascinante del libro, perché ben si legano anche agli argomenti storici trattati, diventando importanti e necessari nel cammino in cui la protagonista sarà coinvolta nel suo Dopo.

Federica è una giovane anima – ma possiamo anche definirla energia cosmica – che lasciata la Terra in seguito ad un incidente con la sua auto, si trova a dovere intraprendere un viaggio in un’altra realtà, attraversando il Mistero della Vita, e che per lei vuole anche dire, andare alla ricerca di Dio. Pur rimanendo sulla Terra appena lasciata, avrà fattezze diverse dalle precedenti e potrà essere visibile o invisibile nel muoversi tra gli umani. Questo è quanto apprende già dal primo incontro con Daniele che l’ha accolta perché ha il compito di accogliere molte delle anime trapassate e – come farà d’ora in poi, con lei – aiutarle a capire il vero senso della vita terrena. Sarà per Federica una esperienza importante per migliorare sé stessa e per avvicinarsi sempre di più a quel Dio che l’Uomo va cercando e che troppe volte pur incontrandolo, non lo riconosce. Daniele sarà per la protagonista, il suo Tutor (un novello Virgilio di Dantesca memoria), con il quale cercherà nei posti della terra dove si sono formate religioni diverse dal Cristianesimo, le immancabili analogie che si ritrovano nell’Induismo, nell’Islam e in altre filosofie che da sempre accomunano – di fronte al Mistero della Vita – tutti gli “uomini religiosi”. E quella religiosità fu una necessità già per l’uomo primitivo quando di fronte agli eventi naturali di cui non ne conosceva l’origine e la finalità – terremoti, alluvioni, maremoti e altri fenomeni legati all’assestamento della Terra che l’ospitava – pensò che erano usati da un’entità sopra di lui, che voleva essere rispettata e adorata.

Federica dimenticherà piano piano la sua vita precedente e vedendo con occhi puri tante realtà che prima conosceva per lo più per sentito dire, si riapproprierà di quei valori morali che troppo spesso sulla Terra dimentichiamo quanto siano importanti e necessari per vivere bene. Capisce in questo suo percorso che non si può cercare una felicità finalizzata solo all’effimero benessere materiale. La Vita è fatta d’altro. E solo quando comincerà a capire il Mistero di cui facciamo parte, apprezzerà proprio il valore della Generosità che se elargita a piene mani e senza secondo fine, ci potrà renderà migliori e degni di chiamarci “umani”: per poi alla fine dei percorsi da fare (!) potremo diventare anime elette. Questo libro si legge volentieri anche perché i temi trattati nel suo nuovo percorso non le fanno dimenticare, parlando con il suo Tutor, la realtà nella quale aveva vissuto fino a poco tempo prima. E allora proprio lei sarà la prima a proporre sempre a Daniele nuove argomentazioni – anche politiche – che tratteranno con una grande onestà intellettuale rispettando le proprie convinzioni, ma molto vicini nelle analisi. Che poi fanno riflettere quanto semplici e realizzabili potrebbero essere le soluzioni per pacificare gli abitanti del nostro pianeta. E alla luce di questi fatti nuovi in cui ci coinvolge l’autrice, siamo portati a pensare che forse il nostro Dopo… potrebbe anche essere così. E come ben sanno fare i poeti, il romanzo si conclude con versi non solo scelti perché attinenti al finale per il suo contenuto ma per la loro facile “visibilità.” Versi che ci conducono pur sempre nel Mistero della Vita ma – nello stesso tempo – ci lasciano il piacere di sognarne i risvolti. Come quando nelle notti di estate, con il naso all’insù, inseguiamo pensieri che sappiamo legati a quell’infinito che ci circonda, e in quella magia cosmica che ci abbraccia, siamo attratti da quei mendaci e leggeri e illusori movimenti delle lontanissime stelle. E – come scrive Nella Cirinnà – è possibile che anche noi alla fine dei nostri percorsi, potremo unirci a quei puntini luminosi che testimonieranno la fine del viaggio e avremo trovato il posto giusto per l’eternità.

 

Raffaele Vinci

15,00

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Autore

  • Nella Cirinnà

    Nella Cirinnà ha esordito nella narrativa solo nel 2006, con “L’uomo dei Numeri”. Ma la scrittura l’ha sempre accompagnata nel suo lungo lavoro per la Rai, sia in Radio che in Televisione, seguendo moltissime produzioni come autore, produttore e regista. Ha firmato la regia teatrale di una edizione di “Ippolito” di Euripide con la compagnia di Ivano Staccioli. Ma quello che ha sempre tenuto a dire che l’essere Pianista e Clavicembalista (conservatorio di S. Cecilia di Roma) lavorando nel campo dello spettacolo e delle immagini, la Musica l’ha saputa inserire in modo nuovo e appropriato. Sempre come autrice e regista ha firmato una infinità di programmi televisivi anche dall’estero. Dopo avere lasciato la Rai, si è potuta dedicare a tempo pieno proprio alla Musica accostandole l’altra sua grande passione – la Scrittura – proponendo ad un pubblico amante del melodramma i suoi testi originali per raccontare molte opere eseguite in forma di Concerto. E in quei suoi originali testi ha messo in risalto la bravura dei librettisti che tanto hanno contribuito al successo del melodramma. Parole (Letteratura) e Note (Musica) che partendo dal  “Recitar cantando” del ’600, ci hanno portato anche ai cantautori del ’900.

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