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Armando Casalini. “Apostolo della redenzione operaia”, vittima della rappresaglia antifascista al delitto Matteotti (1883-1924)

Con questo studio vogliamo indagare la figura di Armando Casalini. Veniva dalla sinistra italiana, animatore della Settimana Rossa del 1914, aveva scalato i vertici del Partito Repubblicano, divenendone Segretario nazionale: “Interventista intervenuto”, si definiva un socialista, credente nel riscatto del proletariato nell’etica del dovere e della elevazione spirituale prima che materiale. Il suo incontro con il fascismo fu inevitabile. Di lui ci rimane l’impegno sindacalista nelle Corporazioni fasciste, di cui divenne Vicesegretario e poi il Martirio, colpito barbaramente, da mano fratricida che pure aveva aiutato nel momento del bisogno.

In Casalini si riscontra l’amore per la Patria; l’essere Italiano e socialista e cioè fascista; la speranza del riscatto dei lavoratori; l’essere a disposizione di chiunque ne avesse bisogno, senza distinzione di partito. Studioso di problemi sociali, mistico del sacrificio diremo, alieno da ogni forma di violenza gratuita eppure elevato dai sovversivi a simbolo del “male assoluto”. Inerme ed indifeso, però espressione più pura dell’essere fascista, un’espressione reale che cozzava con la visione ideologica della sinistra, che voleva tutti i mussoliniani come rozzi violenti al soldo del capitalismo. Ecco, Casalini smentiva, ancora una volta, questa visione. E venne colpito a tradimento, da un antifascista che lo conosceva di persona e che aveva aiutato nelle difficoltà quotidiane, per rappresaglia al delitto Matteotti sostenne, come se l’omicidio di un innocente potesse avere una giustificazione o una legittimazione. A tradimento, dicevamo, come sempre avevano fatto – e faranno! – gli apologeti della “libertà” (a senso unico) della sinistra italiana.

Casalini, mutuando le parole d’omaggio incise sul marmo dalla mano di Italo Balbo, “oltre la vita” e “oltre la morte”, rappresentò l’Idea fascista “che il piombo non spense”, che con il suo Martirio “ripalpitò purpurea nell’anima d’Italia, anch’essa rinata nel sacrificio”: chi volle uccidere Casalini credendo di colpire un’Idea contribuì ad accelerare il processo rivoluzionario fascista, che si rifaceva al mito del sacrificio ed il cui pantheon era popolato da centinaia di Martiri, caduti sulla strada dell’edificazione di un Nuova Italia.

Il testo è arricchito da due saggi: uno sulla Settimana Rossa del Giugno 1914 che vide Casalini tra i protagonisti di quell’evento; uno sulle elezioni dell’Aprile del 1924, quando il pensatore romagnolo venne eletto Deputato per la Lista Nazionale approntata dal PNF, che smentisce la propaganda matteottiana sulle violenze fasciste.

 

Introduzione:

Questo studio nasce sulla scia delle iniziative intraprese dal Comitato pro Centenario 1918-1922 che ha promosso, nel quadriennio 2019-2022, la riscoperta della storia d’Italia che va dal Biennio Rosso alla Marcia su Roma. Conclusa l’opera, senza precedenti, che ha avuto il pregio di riscoprire – e in molti casi addirittura “scoprire” – eventi sempre dimenticati e rimossi dalla memoria collettiva, si è pensato di continuare l’esperienza. Si è così giunti al 2024, quando ricorreranno tre importantissimi centenari che ci è parso necessario evidenziare per comprendere appieno la storia d’Italia e del fascismo che allora si imponeva come sistema di Governo. Si tratta degli assassini compiuti dai sovversivi di Nicola Bonservizi (26 Marzo 1924) e, per l’appunto, di Armando Casalini (12 Settembre 1924) di cui si occupa questo studio, cui abbiamo aggiunto anche la morte di Ines Donati (3 Novembre 1924), che rappresenta il prototipo della donna fascista in assoluto, sulla quale indugiare per comprendere appieno chi fossero i fascisti, quali uomini e quali donne decisero di seguire Mussolini.

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Autore

  • Pietro Cappellari

    Pietro Cappellari è nato a Latina nel 1975, risiede a Nettuno (Roma). Dottore in Scienze Politiche, Master dell’Istituto “Enrico Mattei” di Alti Studi sul Vicino e Medio Oriente, Dottore Magistrale in Storia e Società, Socio onorario della Fameia Capodistriana della Libera Provincia dell’Istria in Esilio, è stato Ufficiale dell’Esercito Italiano. Direttore della Biblioteca di Storia Contemporanea “Goffredo Coppola” di Paderno (Forlì), membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Francesco Parrini”, collabora con la Fondazione della RSI – Istituto Storico ed è Direttore del periodico “L’Ultima Crociata”. È autore di numerosi saggi storici.

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