I GRANDI MALI DELLA SANTA CHIESA – DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI
Il contenuto di questo poemetto, per dirla con Dante, “a molti fia sapor di molto agrume”, ma è una verità su cui la Chiesa dovrebbe meditare, attuando una Riforma ‘vera’ che molti fedeli aspettano da tempo: non basta, e non serve, che l’attuale papa dica loro “Buon giorno”, “Buon pranzo”, “Ricordatevi di pregare anche per me”, che annunci la cancellazione o la modifica della frase (di Cristo) rivolta a Dio nel Padre nostro “Non c’indurre in tentazione”, o s’inventi che “il sesso è un dono di Dio” (mettendolo alla pari della fede), quando Dio, creato Adamo, gli disse “Prolificate e popolate il mondo”, né che auspichi ‘pubblicamente’ il matrimonio dei preti, e quindi anche del papa (per dare un taglio alla pedofilia di molti “ministri” di Dio), provocando la reazione di un suo ex collega in pensione, facendo di lui un anti-papa e di se stesso un anti-Cristo (quando Gesù stesso disse: “Chi vuole seguire me abbandoni la famiglia”).
La Chiesa riconosca i suoi errori, passati e presenti, e non si proclami “Maestra insuperabile di verità” e addirittura “Parola di Dio”.
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