IL CUORE DEL CARABINIERE
Nella mia prefazione al volume Il Carabiniere nella storia italiana – stampato nell’ottobre 2007 con il patrocinio della Provincia di Latina e per i tipi della H.E. – Herald Editore di Roma – sottolineavo l’evidente paradosso dei Carabinieri che, creati nel 1814 da un sovrano restauratore del potere assoluto, avrebbero dovuto diventare i più biechi reazionari, in quanto chiamati a difendere un ordine sociale già spazzato via dalla rivoluzione francese. Nei fatti si verificò invece il contrario. È da comprendere infatti la lungimiranza dello stesso sovrano e dei suoi consiglieri che, pur considerando nefasto e infame tutto ciò che avevano fatto i giacobini vollero il nuovo Corpo militare e di polizia estraneo alla politica, composto di elementi distinti per buona condotta e saggezza, cui risultò naturale far rispettare la legge in modo imparziale, pronto a intervenire in caso di calamità naturali (l’incumbenza verrà formalmente aggiunta solo con le Regie Patenti del 1822) e ad assistere le vittime di infortuni e i bisognosi.
L’immagine dei nuovi Carabinieri, eleganti nel vestire, corretti nei modi, culturalmente preparati, rispettosi dei diritti di tutti i cittadini, fu efficace strumento per acquisire con immediatezza stima e fiducia presso le popolazioni e le autorità locali. Da ciò il primato morale, che si rafforzerà nei due secoli successivi, tanto da far superare loro, senza danni, il passaggio alla Monarchia costituzionale, il ventennio fascista, la Resistenza e l’avvento della Repubblica, tanto da renderli “più popolari del Tricolore e dell’Inno di Mameli, più conosciuti del profilo di Montecitorio e del Quirinale, più presenti nel quotidiano di qualsiasi altro corpo delle Forze armate” (cfr. G. Oliva, introduzione Storia dei Carabinieri, Ed. 2002).
Il paradosso, da me sopra enunciato ed empiricamente spiegato, trova approfondita analisi e scientifiche risposte nel nuovo libro del generale Arnaldo Grilli, dal significativo titolo Il cuore del Carabiniere e dalle attente osservazioni sull’avvenuta formazione del valore della sua missione in pace e in guerra, partendo dalla regola dei monaci-soldati e dalla nascita dello spirito nazionale nel periodo napoleonico.
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