LETTERA A UNA SCOLARESCA
“La casa della scuola brucia. E nessuno si muove”. Così scriveva nel 1973 Ulisse Benedetti in Stanno bocciando la scuola. E così era negli anni Settanta la scuola italiana, in cui molti insegnanti, messi da parte cattedra e banchi, si accovacciavano sul pavimento in mezzo agli alunni e invece di fare lezione parlavano degli scioperi e delle rivendicazioni dei lavoratori. Quanto era lontana la scuola di Giovanni Gentile! Che ne La riforma dell’educazione scriveva: “Il fine dell’educazione è quello di dare equilibrio allo spirito, di non opprimerlo sotto il peso delle cose umane così come delle cose divine, ma neppure di esaltarlo a dismisura, di non lanciarlo nel mondo astratto dei sogni, ma nemmeno di stritolarlo con la ferrea catena di una realtà inumana, di non disperderlo e frantumarlo nella curiosità investigatrice delle cose innumerevoli, ma di dargli l’unità attraverso la molteplicità dell’esperienza e della vita”.
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