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Muore la palude… nasce Littoria
Dalla Preistoria (prae historia) ad oggi (2022) e nel Novantesimo celebrativo della Sua nascita (Littoria-Latina) andiamo a ri-percorrere, attraverso indagini, testimonianze eccellenti, dati statistici, la vita di un territorio – quello Pontino – con tutte le sue sfaccettature, componendo un percorso a 360° imperniato sulla pre-bonifica, bonifica, storia, ambiente, sociale, culturale, demografico ed altro ancora.
Nessun ambito viene tralasciato – ad eccezione della politica spiccia – fornendo altresì come un ‘Messaggio’ alle generazioni presenti e future, pregno di quei Valori socio-culturali, alla base di una civiltà coerente, fattiva, impegnata e produttiva.
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Autore
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Eugenio Benetazzo
Benetazzo Eugenio, nasce a Latina il 9 marzo 1939, da padre Padovano e madre Ferrarese. Compie gli studi a Latina, Diplomandosi in Ragioneria, presso l’Istituto Commerciale e per Geometri ‘Vittorio Veneto’.
Adempiuto il Servizio Militare inizia – dopo due diversi tirocini in Imprese private – la sua lunga militanza nel Settore Commerciale-Agricolo.
Nel 1972 consegue, presso l’allora Ispettorato del Lavoro, l’Attestato di “Consulente del Lavoro”.
Gli ultimi otto anni di attività, prima di accedere alla pensione (1998), lo vedono ricoprire la carica di Dirigente in un Ente del comparto Agricolo-Commerciale.
Vive a Latina con la famiglia e gode dell’affetto di due figli e di tre nipoti.
Non potevo immaginare altro titolo più appropriato di quello poi prescelto. Il cuore mi dettava ‘Un Amore Profondo’ per il sentimento quasi viscerale che nutro per la mia città natale (Littoria o Latina che sia). Ma al di là di questo spero di trasmettere al lettore lo stato d’animo che mi ha spinto a scrivere la presente opera.
I due brani – su riportati – rivestono particolare importanza in quanto essi si rivolgono a due entità essenziali e parti del presente testo. La cittadinanza e l’agricoltura o, per essere più in sintonia con gli eventi, l’Agricoltura e la Cittadinanza.
Era questo territorio insalubre per il quale Papi ed altri, nei secoli precedenti, si erano profusi in opere di Bonifica, ma senza trarne lo sperabile esito.
Non è assolutamente ‘politica’ ma ‘un fatto reale’ quello che il Governo Italiano degli anni Trenta, riuscì a portare a compimento. La pietra miliare – del 30 giugno 1932 come prima posa – della grande opera è il preludio dell’inaugurazione della città di Littoria avvenuta il 18 dicembre del 1932. A seguire, negli anni, a completamento dell’intero progetto di bonifica, vennero inaugurate: Sabaudia (15 aprile 1934), Pontinia (18 dicembre 1935), Aprilia (29 ottobre 1937) e Pomezia (29 ottobre 1939).
In vista del Novantesimo compleanno della città di Littoria-Latina ho ritenuto opportuno, da figlio di Pioniere, offrire un mio contributo finalizzato alla riscoperta e alla valorizzazione delle radici della città.
Non so come spiegarlo, ma tale testo ha subito nel corso della stesura vari indirizzi. L’idea originaria – risultata a posteriori oltre che relativamente ‘povera’ – è andata man mano variando, non tanto negli intenti, quanto in alcuni aspetti, inizialmente non presenti. Leggendo dentro di me, infine, ho imputato tale ‘nuova percorrenza’ alle seguenti motivazioni: certamente qualche cosa era presente e latente nel mio intimo; il ‘parlare e far parlare’ le persone attraverso le interviste-testimonianze; alcune ‘richieste suggerite’ ma che riguardavano non un soggetto, bensì la COMUNITÀ.
Ecco ciò che mi ha condotto a seguire queste nuove ‘proposizioni’, come una richiesta, un invito, a che cittadini e organismi recepissero gli aspetti positivi, lasciando al di fuori indirizzi, beghe politiche e/o personali, contribuendo – ognuno per le proprie capacità – a rendere città, cittadinanze e territorio pontino tutto con una sana, esemplare e verosimile identità in ogni loro settore. Questo è l’augurio che, infine, l’autore di tale testo si è prefisso…lanciandolo attraverso la presente opera letteraria, come ‘un messaggio’.
Da questa base storica partiremo, ma riferendoci in particolare al territorio comunale della città di Littoria, oggi Latina. La mia relazione con la stessa – oltre alla nascita, datata 1939 – è legata al proprio genitore Antonio che, nel lontano 1928, adempiuto al Servizio Militare, dalla natia Granze-Vescovana in Provincia di Padova, pervenne a Passo dei Genovesi (oggi Borgo Sabotino). Da operaio, a infermiere, a specializzato dell’Antimalarico e, infine, a Vigile Sanitario dell’appena costituito Settore del Comune di Latina (1935). Una vita dedicata alla professione nel campo sanitario e dal quale ho appreso valori e tanto altro della vita.
Nel presente testo, pertanto, gli iniziali intenti che avrebbero riguardato i personaggi che, con i mandati conferiti loro, avevano governato la città per le motivazioni su accennate, si sono estesi a trattare alcune presenze e/o testimonianze finalizzate ad avvalorare momenti di appartenenza, oltre a dati statistici di indubbio interesse. Nello stesso tempo andremo a ri-scoprire elementi, persone ed altro, si spera in modo piacevole, riguardanti tempi passati. Inoltre, sono da sottolineare i precisi riferimenti dell’autore e di altri personaggi relativi a molti settori: dallo storico, all’ambientale, dalla bonifica, al sociale, dal culturale, allo sportivo. Sono tutte queste argomentazioni che vanno a costituire un vasto repertorio, analisi, osservazioni, indagini e che offrono un’ampia e varia fonte di conoscenza del passato che può aiutarci a capire il presente e il futuro.
Prefazione dell’Autore
Sabato 20 febbraio 2021 (Inizio ufficiale del testo)
Non deve trarre in inganno il sottotitolo (Luci-Ombre), in quanto nel presente testo non si esprimono prese di posizione, in senso politico, relative a qualche personaggio che governò la città.
E… dopo tale doverosa premessa, …
Era da vario tempo che nutrivo l’impulso di scrivere su e come e chi avesse governato nella nostra città.
I miei ricordi – sino ad una giovane età che mi aveva fatto comprendere chi fossero i ‘Sindaci’ e le motivazioni che teoricamente e/o ufficialmente li portavano ad impegnarsi in tale ufficio – sono stati marginali all’inizio e, solo intorno ai diciotto anni, ho iniziato a cogliere, secondo una personale opinione, quanto di positivo o meno rilevassi (A mio giudizio ognuno è libero di esporre i propri pensieri e/o posizioni, ma sempre mantenendo il rispetto di altre e pur diverse opinioni).
Per i periodi precedenti mi dovevo attenere a riferimenti del genitore – dalla sua vita, dal ruolo professionale di dipendente comunale, quale primo Vigile Sanitario del Comune di Littoria – e di persone a quel tempo presenti.
Prima che qualche lettore vada a contestare parole, definizioni, impressioni, relativamente ad un Sindaco o Commissario[1] nominati nel presente volume, intendo precisare che tali ‘riporti’ sono da me autore espressi non da un punto di vista politico, ma unicamente quale cittadino che esprime o raccoglie pareri in merito.
Con la mia opera voglio rendere noto al lettore uno spaccato di storia della nostra città, dal tempo della Bonifica, della Fondazione fino a oggi. Ma, soprattutto, si può ritenere che sia come una prosecuzione del Messaggio derivante dalla conoscenza di personaggi reali sul territorio, che l’Autore ha già espresso nel suo testo ‘Io li ho conosciuti’ (2011) rivolto in particolare alle Giovani Generazioni.
[1] Il commissario straordinario, nell’ordinamento giuridico italiano, è un ufficiale di governo nominato per far fronte a incarichi urgenti o straordinari tramite un accentramento o un aumento dei poteri e un’azione in deroga, per un tempo determinato. Il Commissario assomma in sé i poteri del Sindaco se si tratta di un Comune.
A tutti i bonificatori… eroi dell’immane opera
A tutti i suoi cittadini
“In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacità di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell’informazione, la televisione, la radio, i giornali, poiché tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro, e così modificando i pensieri della gente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, s’incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la società entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio”
Giuseppe Fava
dal libro: ‘Un anno’ – 1983
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