RIETI REPUBBLICANA – 1943/1944
Sulla storia della Repubblica Sociale Italiana vi sono pochi studi che tengono conto del superamento della vulgata antifascista, ossia della manipolazione della storia per fini politici. Dopo il crollo del Muro di Berlino e della conseguente scomparsa del comunismo, un fiume in piena di novità storiografiche ha invaso vari settori della cultura finalmente liberati dai tentacoli di un’egemonia decennale che aveva vilipeso la storia della nostra Nazione. Tuttavia, ancora molto vi è da fare per comprendere ed analizzare in tutte le sue sfaccettature quello che fu uno dei periodi cruciali dell’Italia come Stato moderno: quello, appunto, della RSI.
Se mancano studi a livello generale, ancor più grave è la situazione delle ricerche nel settore della “microstoria” o “storia locale”, ove certi miti ideologici, certo odio politicizzato, permangono con effetti deleteri per la comprensione della realtà. Eppure è proprio da questi tasselli che si deve partire per comprendere cosa fu essenzialmente la Repubblica Sociale Italiana e il fascismo repubblicano. Lo studio della RSI attraverso la storia delle sue provincie è un lavoro immane, ma fondamentale per il futuro sviluppo delle ricerche su questo drammatico, quanto straordinario periodo storico.
Nell’Estate del 2000 rimasi colpito da una storia che si narrava a Leonessa, mia seconda patria, dove ho sempre trascorso parte delle vacanze estive. Alcuni ricordavano la morte di una giovane mamma di Capodacqua, assassinata dai partigiani in quel lontano 1944. La storia mi affascinò a tal punto che iniziai una piccola indagine giornalistica trasformatasi, nel corso degli anni, in un vero e proprio studio in tre volumi sulla Repubblica Sociale Italiana sull’Appennino Umbro-Laziale, cioè nelle provincie di Rieti, Terni e Perugia.
Questo che presentiamo è il primo tomo di una trilogia che ha l’ambizione di riscrivere la storia della RSI in queste tre provincie che per anni hanno volutamente ignorato di aver fatto parte della Repubblica Sociale Italiana e di aver dato al fascismo uomini illustri.
Uno studio importante non solo per la sua originalità, per la sua azione di rottura con l’ordine persistente, per la revisione di interi capitoli di storia che la vulgata aveva manipolato per esigenze ideologiche stravolgendo la realtà dei fatti e infangando la memoria dei morti, ma anche perché si è compiuto un atto rivoluzionario spezzando quel clima di omertà, complicità e viltà che ancora regnava in queste meravigliose terre. Con Rieti repubblicana comincia questo lungo viaggio nella storia della RSI sull’Appennino Umbro-Laziale, primo tassello di una “nuova storia” lontana dalle distorsioni ideologiche di certi “cattivi maestri” e, soprattutto, libera dall’odio politico che sempre ha contraddistinto coloro che questa storia hanno voluto raccontare.
La serenità e il sorriso di quella giovane mamma di Capodacqua uccisa dai partigiani nel 1944 ci hanno accompagnato in questo lungo viaggio. La stessa serenità che vorremmo contraddistingua chiunque si appresti a conoscere, studiare ed amare la storia della nostra Patria.
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