LUCI E OMBRE
Una Collana editoriale dedicata al carcere, per il carcere e per tutti coloro che credono nel sistema
La collana editoriale denominata “Quaderni dal carcere” nasce con un nobile quanto semplice intento, che è quello di far conoscere all’esterno delle Mura le “esperienze positive” che si svolgono all’interno degli istituti penitenziari ad opera dei detenuti, degli insegnanti, degli agenti di custodia, dei cappellani, degli educatori e degli operatori penitenziari tutti.
Termini che a primo sentire possono sembrare vuoti di ogni significato e adatti ad ogni circostanza, insomma le classiche parole che servono a tacitare le coscienze (specialmente di chi le usa) e a sorvolare sui problemi rimandando a discorsi e pensieri generici che a nulla portano se non, appunto, a rinviare i problemi alle classiche “calende greche”. Insomma, parole che sono il detersivo della lavatrice del proprio “non fare nulla per non cambiare nulla”. Una sorta di Gattopardo con le sbarre, per citare l’emblema del trasformismo della classe dirigente e della società tutta senza offendere il celebre
Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il suo famoso romanzo.
Ma il carcere può generare esperienze positive?, questa è la domanda che mi viene generalmente rivolta quando presento l’iniziativa editoriale.
Certamente, è la mia risposta, in quanto tutto proviene da come si intende vedere la singola esperienza, come il bicchiere mezzo vuoto oppure il bicchiere mezzo pieno. Un’ottica che spazia tra il negativo e il positivo.
Come vediamo il carcere noi oggi? Come ce lo impone la televisione e il cinema. Spaziamo dal buonismo italiano dell’Albertone nazionale, di Aldo Fabrizi, di Macario, De Filippo e Totò, al cruento americanismo senza soffermarci più sulla tematica essenziale, ovvero il “sistema” e la singola persona.
Cosa rimane oggi dei primi corsi scolastici in carcere, delle prime uscite dal carcere (oggi conosciute come misure alternative), delle prime compagnie teatrali, dei primi concorsi di poesia aperti ai detenuti? Poca cosa, la memoria è fumosa e quello che è positivo si perde nell’oblio della memoria stessa. Ma più facile è ricordare l’evasione, la protesta sui tetti, le celle a soqquadro, il sovraffollamento, i suicidi.
La Collana serve proprio a questo, a non dimenticare e a dare un’opportunità concreta (e non solo a parole) a chi vuole scrivere di cimentarsi in un settore molto difficile, in quanto lo scritto rappresenta una opportunità di sigillare nel tempo lo spazio di una esperienza. Una opportunità anche lavorativa, considerato che i proventi sono destinati ai singoli autori e a generare opportunità lavorative per la cooperativa che opera in un settore delicato e bistrattato, quale oggi è quello editoriale e della cultura in generale.
Lo stesso dicasi per la fotografia. Ogni scatto della macchina fotografica rappresenta il chiudersi e l’aprirsi delle palpebre della persona che vive al di là del Muro, dandogli l’opportunità di conoscere l’altra città (quella scomoda) che vive all’interno della città (quella buona) vissuta tutti i giorni in modo frenetico.
Non serve il buonismo per capire, servono le parole, le immagini e la voglia di apprendere. Tutto dipende da come ci proponiamo nell’affrontare la questione.
Dott. Roberto Boiardi
Direttore della collana Quaderni dal Carcere
La realizzazione di questo progetto fotografico è stato possibile per merito delle tante e diverse persone che hanno collaborato e creduto nel progetto.
Grazie alla Dottoressa Giulia Tartarone del Ministero di Giustizia per aver creduto nell’opera prima di tutti quanti e di averci dato preziosi suggerimenti a riguardo.
Grazie alla Dottoressa Anna Angeletti, Direttrice dell’Istituto Penitenziario di Avezzano per avere sposato il progetto e avere incoraggiato l’iniziativa, senza la sua tenacia e professionalità non avremmo realizzato l’opera fotografica all’interno del Carcere.
Grazie a tutti i Funzionari e Agenti della Polizia Penitenziaria del Carcere di Avezzano, a cui va il nostro plauso per il lavoro che fanno all’interno del Carcere, per averci accolto con tanta gentilezza e cordialità rendendosi sempre molto disponibili.
Grazie al Comune di Avezzano per averci messo a disposizione la sala “Montessori” per la Mostra e il Convegno.
Grazie al Fotografo e Amico Francesco Scipioni per aver messo tutta la sua professionalità e disponibilità e che, con la sua grande umanità e spirito di volontariato, oltre ad avere insegnato la fotografia ha coinvolto i reclusi del Carcere a partecipare numerosi e con passione a questo progetto fotografico.
Grazie alla Fotografa e Amica Cristiana Reali che non si risparmia mai, e si dona anima e corpo per realizzare i progetti fotografici della nostra scuola, non solo insegnando le tecniche della fotografia, ma trasmettendo emozione e professionalità ai nostri allievi.
Grazie alla Dottoressa Maria Rita Landriani che, con la sua dedizione all’insegnamento e all’amore per la Costituzione e alle regole, ha contribuito a far nascere questo progetto.
Grazie alla cooperativa Infocarcere e alla Herald Editore, nella persona del Direttore Editoriale Dott. Roberto Boiardi, che ha creduto nella validità di questo libro e che ha messo la professionalità ed esperienza della casa editrice per la realizzazione di questa pubblicazione.
E infine uno speciale grazie a tutti gli allievi dentro e fuori dal Carcere che hanno creduto e realizzato ”Luci e Ombre”. In molti momenti di questo percorso, non sono mancate tra sorrisi e lacrime di sincera allegria e commozione, ma anche tra momenti di perdite, di sofferenze e di dolore. Non è stato realizzato solo un progetto fotografico ma un bellissimo sogno fatto di sentimenti, passioni, dubbi, agitazioni, che ha unito e non diviso le persone dimostrando che la solidarietà e il rispetto sono le basi di ogni principio di legalità.
Il Presidente dell’Ass. Inforidea Idee In Movimento
Dott. Riccardo Virgili
15,00€