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COME UN PUGNO NELLO STOMACO

Nel dicembre del 2016 la casa editrice “Herald Editore” di Roma pubblicava la mia opera prima: “Afrika is Afrika”, un’avventura letteraria nata per caso per il grande desiderio di condividere con amici e amanti del “continente africano” le emozioni e i sapori che questa straordinaria terra sa regalare ai suoi estimatori.
Quegli “scorci” hanno ricevuto molti consensi soddisfacendo appieno il mio ego ma lo stato di grazia che ne è conseguito è durato poco.
Ben presto è rinata in me la compulsione a delinquere ed eccomi quindi pronto a cimentarmi nella seconda fatica.
Centoventisette nuovi scorci nati in due anni di lavoro.
Nel 2017 in Tanzania, nell’ospedale di Tosamaganga e nel 2018 in quello sudsudanese di Rumbek.
In entrambi i casi come fiero portacolori del “CUAMM – Medici con l’Africa” storica ong padovana che, sconsideratamente, da oramai sei anni continua a rinnovarmi la sua fiducia, inviandomi nei paesi africani dove, da quasi settanta anni, opera per garantire solidarietà, salute e dignità a quelle popolazioni tanto più svantaggiate di noi.
Le due raccolte di brani, pur seguendo il medesimo schema, come avrete modo di rilevare, sono assai diverse, come diversi sono i luoghi in cui sono ambientate: la Tanzania lussureggiante, colorata, morbida, pacifica, accogliente.
Il Sud Sudan poverissimo, torrido, inospitale a tratti ostile, come un pugno nello stomaco, con una popolazione indurita da anni di guerre, carestie, privazioni d’ogni tipo.
Anche la mia “penna” ha risentito dei due diversi scenari mostrandosi più serena e conviviale in Tanzania, più aspra, introspettiva, dura in Sud Sudan.
Altra differenza sostanziale, che presto noterete, è che nella prima parte del libro, appunto in Tanzania, molti sono i racconti scritti dai miei numerosi compagni di viaggio, tutti giovanissimi under trenta tranne la decana “bibi” Teresa che, pur essendo la più giovane nello spirito, di anni ne aveva novanta e che è venuta a mancare proprio pochi mesi fa lasciando in chiunque l’abbia conosciuta un ricordo straordinario ed un grande vuoto.
Buona lettura dunque amici miei cari e che l’Africa, anche soltanto “letta”, diventi anche per voi, come lo è tuttora per me, un medicamento per lo spirito.
Prima di chiudere un particolare ringraziamento ad alcuni amici che hanno avuto un ruolo particolare in questa mia seconda impresa.
Andando in ordine sparso comincerei dalla cara Heidi che, come anche per la mia precedente fatica, ha anticipato, con la sua puntuale raccolta dei miei brani, impreziosita da una superba scelta di immagini dedicate alle mie storie, quello che poi si sarebbe concretizzato in questo mio secondo lavoro.
Altro riconoscimento ai cari Albino e Roberto, padre e figlio, che ancora una volta mi hanno fornito il materiale cartaceo su cui ho potuto svolgere tutte le correzioni necessarie alla stesura finale del libro.
Un grazie ancora alla dolce Arabella infine che con un garbo inusuale, in punta di piedi, ha letteralmente letto in pochissimi giorni tutti i miei pezzi regalandomi impressioni e suggerimenti utilissimi.
Infine un ringraziamento speciale al caro Roberto (Robertone), editore solerte ed entusiasta nell’incoraggiarmi a proseguire questa mia vocazione artistica.

È tutto! Buona lettura dunque, senza mai dimenticare che…
 

20,00

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Autore

  • Vito Sgro

    Vito Sgro nasce il 2 aprile 1958 a Roma, dove ha studiato medicina e chirurgia presso l’Università “La Sapienza” per poi specializzarsi in Pediatria.
    Lavora da oltre trent’anni come Medico di Famiglia e Pediatra a “Casalpalocco”, quartiere di Roma.
    Figlio d’arte (anche il papà Salvatore svolgeva la sua stessa attività) ha presto avvertito la necessità di mettersi alla prova in contesti differenti, realizzando così un suo vecchio sogno giovanile ed ha quindi iniziato all’età di trent’anni a viaggiare in Africa e a lavorare come medico, pediatra ed ecografista con diverse ONG: I Padri del Preziosissimo Sangue (in Tanzania), Emergency (in Repubblica Centro Africana e Sierra Leone), Medici con l’Africa-CUAMM (in Uganda, Sierra Leone e Sud Sudan).
    Ha due figli di cui è perdutamente innamorato.
    Ama scrivere ma la sua vena riesce ad esprimerla solo… in Africa, dove amerebbe, assai vecchio, concludere la sua attività e la sua vita.

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