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NERO ESQUILINO – Romanzo

L’influenza della realtà ambientale sulla genesi ed evoluzione delle psicologie individuali è da lungo tempo un dato stabilmente acquisito dall’analisi sociologica maggiormente accreditata. Essa infatti concorre a plasmare in profondità la formazione della personalità di individui appartenenti ai più diversi strati della società. E talora questa osmosi assume i connotati di una vera e propria patologia, contraddistinta da una morbosità pungente che si insinua dapprima con un fare subdolo, ma acquista nel tempo una incisività sempre più accentuata e pervasiva. Tanto che in alcuni soggetti si concretizza in una monolitica visione esistenziale che già suscita apprensioni e timori ad ogni minima iniziativa o atteggiamento che ne scalfisca la rigida compattezza, e scatena reazioni di difesa estreme laddove la portata dello sconvolgimento ambientale che si è venuto verificando si è tradotta in un devastante degrado che rischia di scardinare irremissibilmente stati d’animo, certezze ed aspettative ormai consolidatesi nel tempo e assimilate come un autentico rifugio nei cui meandri è morbidamente confortevole cullarsi ed indugiare. Questo esteso preambolo trova giustificazione nella fondamentale importanza che l’elemento sopra considerato assume nell’economia complessiva della vicenda del romanzo qui recensito.
L’ambiente che ha attorniato i giovani protagonisti dall’infanzia all’adolescenza, alla prima maturità ha infatti configurato nella loro psiche connotati e contorni di un’autentica educazione sentimentale, acquisita via via attraverso atmosfere in un primo tempo come di favola e gradualmente tesa ad una sempre più intensa percezione di squarci di realtà, gioiosa e tragica talora, ma che li ha talmente impregnati e compenetrati da indurli di comune accordo ad elevarsene a gelosi e inflessibili paladini e custodi. Così che di fronte alla squallida involuzione ed all’immane scempio subiti dal loro quartiere, i nostri quattro giovani si ergono a giustizieri e carnefici di alcuni dei sordidi responsabili abilmente sottrattisi in passato alle maglie della legge.

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Autore

  • Marcello M. Giordano

    Roma, New York e Buenos Aires sono le metropoli che hanno profondamente influito sulla formazione culturale e professionale di Marcello Massimo Giordano. Nato a Roma il 23 novembre 1942, ha terminato gli studi quando decise di abbandonare la Facoltà di Scienze Statistiche all’Università de La Sapienza molto prima del conseguimento della laurea. Per recarsi a New York, con l’intento di approfondire la conoscenza del management delle maggiori gallerie d’Arte moderna di Manhattan e dare inizio a una lunga attività di imprenditore, promoter e organizzatore di eventi d’Arte contemporanea, in Italia e all’estero. Studioso di storia e cultura latino-americana, dal 1988 al 1998 ha soggiornato per lunghi periodi a Buenos Aires, operando come giornalista free-lance e consulente privato per la costituzione di joint-venture tra imprese italiane e sudamericane. Nel 1993 è stato nominato coordinatore della selezione nazionale argentina per la Biennale di Venezia. A Roma è stato uno dei soci fondatori dell’Associazione Italia-Colombia nel 1988, ha fondato nel 1990 la Theorema, casa editrice specializzata in libri e cataloghi d’arte, e nel 1996 ha editato e diretto Il Diario, un tabloid mensile di politica internazionale. Dal 2001 ha partecipato a vari programmi radiofonici, quale autore e conduttore di Special dedicati a grandi personaggi della televisione e dello spettacolo. Ha esordito nella narrativa nel 2000 con il romanzo Laggiù la luna, pubblicato in una nuova versione editoriale nel 2002 col titolo Cielo Argentino, mentre nel 2005 ha pubblicato il romanzo Nero Esquilino. Attualmente vive stabilmente a Roma.

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