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PPP La fine del diverso
Giulia e Luca, due cronisti, vengono incaricati dal loro direttore di intraprendere un viaggio atto a ridare vita ad una voce soffocata troppo presto. I due si addentrano nei meandri dell’omicidio politico di Pier Paolo Pasolini, ucciso misteriosamente il 2 novembre 1975.
Lasciandosi travolgere dalle testimonianze di Sergio “er trippetta”, Paola, Patrizia, Elisabetta, alcuni piccoli allievi, tanti altri “ragazzi di vita” e le sue opere, in particolare “Petrolio”, Giulia e Luca, seppur accompagnati da un’aura oscura, collezionano frammenti utili per la loro ricerca, capaci di ribaltare la confessione di Giuseppe Pelosi.
Il 14 novembre 1974 Pier Paolo Pasolini, spirito libero e versatile, pubblica sul «Corriere della Sera» un articolo in cui, denunciando anomalie politiche ataviche, pronuncia la frase che gli costerà la vita: «Io so i nomi di quello che viene chiamato golpe […] perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace».
Un “diverso” che, unica voce in un panorama intellettuale ormai omologato, si batte con coraggio contro l’omertà. L’incomprensione, il turbamento interiore, la condivisione con i suoi ragazzi borgatari incorrotti dal consumismo sono temi sviscerati con struggente tenerezza.
Chi ha ucciso davvero Pasolini, “il fuscello più forte” dei ragazzi?
Perché “Petrolio” è la pista giusta da seguire?
Giulia e Luca riprendono in mano le redini dello sviluppo incompiuto di un’opera che è il testamento di un uomo solo, incompreso, denotante la tristezza di un’anima che lotta per la ricerca della verità. Si tratta di portare alla luce l’oppresso, il taciuto, ridando la voce al silenzio che albeggia attorno a un misterioso capitolo mancante dal titolo “Lampi sull’Eni”.
Penetrare nella morte di Pasolini significa far uscire dall’oblio qualcosa che ha il diritto di trovare una spiegazione, armandosi del coraggio che contraddistingue il grande poeta e rammentando le sue parole: “La morte non è / nel non poter comunicare / ma nel non poter più essere compresi”.
In questo teatro di luci e ombre, Michel Emi Maritato, autore del libro, si lancia in un’indagine per carpire i segreti oscuri della morte del corsaro Pasolini. Riuscirà il lettore a destreggiarsi “nella selva oscura” dantesca delle ipotesi assodate e cercare un’altra verità, spingendosi oltre il già noto?
Questo libro, come la vita stessa, insegna che nulla è come sembra e che per conoscere la verità bisogna abbandonare l’àncora delle certezze, accettare il rischio e navigare l’impossibile.
E così scoprire quante ombre si celano dietro un caso sepolto come quello di uno spirito libero e capace di turbare presunti equilibri ma destinato a volare indomito.
(Martina Paparusso)
Testimonianza di Aldo Onorati
Introduzioni di Luigi Giannelli e Paolo Cochi
Postfazione di Barbara Fabbroni
ALCUNI APPROFONDIMENTI
https://www.barbarafabbroni.it/si-riaccendono-i-riflettori-sul-caso-pasolini/
https://es.italy24.press/libros/amp/27858
https://fr.italy24.press/livres/amp/27640
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