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Figli di Baia Verde
Baia Verde è un residence come tanti altri, un luogo di villeggiatura situato nello splendido golfo tra il mitico Circeo e la bella cittadina di Terracina. Tredici chilometri di costa puntellata di lidi, la maggior parte dai nomi mitologici, pieni di seconde case con giardino di proprietà dei residenti dei capoluoghi limitrofi – Roma per prima – prendono vita e si animano prevalentemente d’estate, quando adulti, ragazzi e bambini sono soliti trascorrere le loro ferie e vacanze sul mare cristallino di quel meraviglioso tratto di Lazio meridionale.
Ma questa storia potrebbe svolgersi ovunque vi siano luoghi di vacanza affascinanti come questo, secondo l’insindacabile giudizio dei loro protagonisti, anime semplici e complesse al tempo stesso, spiriti capaci di volare sopra il loro mondo, godendo appieno delle colorate sensazioni che circondano i loro sogni estiviche si ripetono, stagione dopo stagione, anno dopo anno, specie tra coloro in grado di coglierne, fino in fondo, la magia insita nel connubio, quasi ergonomico, tra quei bei momenti e le suggestive località,trascene di vita e panorami marini o montanisaldatidal caldo clima estivo.Tutto ciò unito alle spensieratezze dei giovani e dei bambini, al relax di anziani ed adulti e condito con un pizzico di sentimento.
E gli adulti di oggi sono, ed erano, i giovani di ieri ed i bambini di ieri l’altro, e come tali conservano, indelebile, la memoria di quegli irripetibili giorni in un luogo che occupa un posto speciale nel loro cuore perché è inesorabilmente connesso ad un loro intimo periodo felice. Per questa ragione chi scrive è convinto che non solo il protagonista, ma anche tutti gli altri personaggi di questa storia vera, e persino coloro che purtroppo non ci sono più, ritorneranno per sempre, in un modo o nell’altro enonostante le ingiurie alle loro esistenzeed i loro diversi stili di vita e di pensiero, a trascorrere ancora un po’ del loro tempo libero lì a Baia Verde.
In tutto ciò vi è un denominatore comune che,come la musica, è in grado di protrarre nel tempo la magia ed il ricordo di ciò che fu: il profumo dell’aria,di quell’aria unica di mare mista a campagna che invade le narici non appena, giunti sul posto, si abbassano i finestrini dell’auto e si inspira profondamente, facendo il pieno di energie nuove e che, più di tutto il resto, ci comunica che siamo giunti in un posto diverso da quello di provenienza, ma anche da qualsiasi altro, quasi fosse un biglietto speciale per momenti di felicità a futura memoria.
“Quando ora mi guardo indietro,
quell’estate sembrava dover durare per sempre.
E se avessi la possibilità avrei sempre voluto stare lì.
Quelli furono i migliori giorni della mia vita.
Oh si, tornare all’estate del ’69.
Era l’Estate del ’69.”
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