LE MIGLIORI INTENZIONI

L’esordio letterario dell’Avv. Kofler è un romanzo di transizione, non nel senso classico del termine, ma in uno più profondo. Tutte le vicende narrate si svolgono su una soglia impercettibile tra ciò che era e ciò che sarà e i personaggi coinvolti vi vivacchiano indecisi sulla direzione da prendere. Tornano spesso immagini di varchi di ogni tipo, porte che diventano finestre o passaggi verso luoghi claustrofobici, appartenenti a vite altrui, dalle quali colui che accede è, per la sua stessa posizione, escluso. E così appare anche la vita dell’Avv. Kofler: quella professionale, passata immancabilmente in limine litis, tra procedure cautelari e mediazioni, e quella privata in cui la soglia si chiama Lucia. Ci si chiede come mai d’improvviso la vita del protagonista, un artigiano del diritto che passa il tempo a sistemare i piccoli intoppi quotidiani di una fiorente fauna di strambi clienti, sia così pervasa dal continuo ripresentarsi, sotto mille forme, di confini astratti e concreti di ogni tipo. Ma forse ha ragione lui: “l’attività è ciclica”, come la vita.

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