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Pandemia, Ucraina e il ritorno alle origini
Un avvocato italiano, sua moglie e due figli adottati in Ucraina, con la cui gente vi è un legame indissolubile che induce la figlia a ricercare le proprie origini in un padre misterioso, assecondata dai propri genitori adottivi e dal fratello, a sua volta adottato.
Proprio tale ricerca porterà ad un intreccio tra vicende personali e un più ampio spettro di situazioni imprevedibili e impreviste, dense di pathos, in un crescendo da thriller a spy story fino alla misteriosa pandemia che appare essere un autentico atto di guerra batteriologica che l’avvocato con l’aiuto di un ufficiale dei carabinieri tenta disperatamente di scongiurare.
Il lettore e la lettrice verranno portati per mano lungo il percorso del racconto da un colpo di scena all’altro, così da essere trascinati in un progredire turbinoso di sviluppi tali da indurre ad una lettura intensa senza possibilità di interruzione, per il desiderio di seguire una trama che assorbe e incuriosisce attenzione e intelligenza di chi vi si immerge.
A tratti profetico con riguardo alle vicende belliche che stanno insanguinando, al momento della stesura di queste righe di presentazione nonché del romanzo stesso, il Paese delle origini dei figli adottivi del protagonista, il racconto si chiude con una postfazione che è una riflessione amara sulla realtà rispetto alla quale il racconto stesso è una sorta di metaverso e al contempo di avatar.
In ogni caso, qualsiasi riferimento a fatti accaduti o a persone esistenti è puramente casuale e fantasioso e se vi fosse riconducibilità trattasi di mera casualità o fantasiosità.
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